VESPE/CALABRONI
Facilmente riconoscibili per il loro corpo prevalentemente glabro e per l' addome con bande gialle e nere. Alcune specie di questi imenotteri, stanno aumentando nei centri urbani, grazie alla disponibilità di sostanze alimentari ivi reperibili ( rifiuti organici, immondizie, ecc...). Per la stessa ragione, nelle aree non antropizzate, risultano abbondanti nei pressi camping, abitazioni, ecc....
Le vespe utilizzano il loro pungiglione per uccidere le prede e per difendersi. Il pungiglione è associato a ghiandole velenifere. A differenza del pungiglione delle api, che è vistosamente seghettato e che a sua volta conficcato nella pelle, non essendo più estraibile conduce a morte l'insetto, il pungiglione delle vespe è quasi liscio, cosicché le vespe possono pungere ripetutamente le loro vittime.
La puntura delle vespe e dei calabroni può essere molto pericolosa per l' uomo, soprattutto se il veleno è iniettato in vaso sanguigno e se la vittima è particolarmente sensibile. Se la puntura avviene nella bocca, nel naso o sul collo si può avere un rapido gonfiore delle mucose con morte per soffocamento. non è trascurabile inoltre, il numero di incidenti automobilistici causati dalla presenza accidentale di una vespa nell' abitacolo. Le specie più comuni nei pressi delle abitazioni sono: la vespa comune, Vespula volgaris, la vespa germanica, Vespula germanica del genere Vespula, ed il calabrone Vespa crabro del genere Vespa.
Queste specie di insetti sociali hanno un comportamento simile tra loro. A differenza delle api, che accumulano riserve alimentari per l' inverno, una colonia di vespe vive solo la stagione estiva, alla fine della quale tutti gli insetti muoiono, salvo le giovani regine che, dopo essere state fecondate dai maschi prodotti nell' ultima generazione, cercano un rifugio ove passare l' inverno in uno stato di "ibernazione"( diapausa ). In primavera ogni nuova regina costruisce un nuovo nido in un luogo riparato e sicuro, completandolo per stadi successivi. Con un impasto cellulosico di consistenza cartacea ottenuto dalla masticazione di pezzettini di legno, costruisce la prima unità di forma sferica delle dimensioni di una noce aperta in basso. Nell' interno pone 10-20 uova, ognuna in una cella esagonale. La regina provvede alla nutrizione delle larve che maturano in circa un mese. Da queste larve nascono le operaie. Mentre la regina si occuperà in seguito solo della deposizione delle uova, le operaie si occuperanno di ingrandire il nido e di alimentare le uova larve.
Il nido assumerà l' aspetto di un involucro, contenenti più strati sovrapposti di cellette esagonali, che alla fine della stagione potrà contenere oltre 5000-10000 individui secondo la specie. Alla fine dell' estate, quando le vespe sono più numerose ed hanno terminato il loro compito di nutrire le larve, occupandosi esclusivamente della propria nutrizione vanno alla ricerca di sostanze zuccherine, entrano nelle abitazioni e parimenti nelle pasticcerie, nei mercati ove attaccano la frutta matura. Le vespe del genere Polistes sono frequenti soprattutto in campagna e in vicinanza di vigne e frutteti; costruiscono nidi formati da un unico strato di celle esagonali sospese per un peduncolo dai rami, alle grondaie e sotto i tetti e formano colonie numericamente piuttosto modeste.
IL CONTROLLO DI VESPE E CALABRONI
Gli interventi devono essere eseguiti preferibilmente di sera, quando tutti gli individui sono all'interno del nido. Se il nido è in un muro della casa si deve evitare di cementare l' uscita verso l'esterno, in quanto le vespe possono aprirsi un uscita alternativa verso l' interno dell'abitazione. Sono da preferirsi insetticidi ad alto potere abbattente in soluzioni petro-oleose. Durante l'operazioni è consigliabile usare una tuta completa da apicoltore. I trattamenti vanno effettuati con potenti pompe a pressione, mirando esclusivamente al nido, con conseguente distruzione.
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